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L'orzo comune (Hordeum vulgare) deriva dall'orzo selvatico (Hordeum spontaneum). Questa pianta è originaria del Medio Oriente e, molto probabilmente è stato il primo cereale coltivato dall'uomo. Le prime notizie della sua coltivazione risalgono al 10500 a.C.; nel 3000 a.C. in Egitto veniva già utilizzato per la produzione della birra e fino al XV secolo era tra i cereali più diffusi per la produzione del pane.
L'orzo è una pianta di tipo annuale, che cioè completa il suo ciclo vitale nell'arco dei 12 mesi. A maturità può raggiungere un'altezza pari a 60-120cm. Può essere coltivato dal mare fino ai 4500 m di altitudine delle Ande o dell'Himalaya. Si può spingere inoltre fino a latitudini molto elevate e portare a maturazione le cariossidi nelle brevi estati di quelle zone. L'orzo resiste molto bene anche alla siccità e ad elevate temperature (38°C), se l'umidità ambientale non è troppo elevata. Resiste molto bene anche alle basse temperature (anche fino a -20°C), se la pianta è coperta da un buono strato di neve. La sua semina può avvenire sia in autunno che in primavera. Generalmente avviene d'autunno e, anche la Cooperativa fa così, perchè la produzione ha rese maggiori, dato che la pianta ha più tempo per far maturare le cariossidi. Generalmente la semina primaverile viene considerata una soluzione di ripiego.
L'orzo che la Cooperativa utilizza è di tipo distico, che cioè presenta due file di cariossidi sulla spiga. Vuol dire che la spiga ha un minor numero di cariossidi ma di maggiori dimensioni.
L'orzo del Presidio Slow Food è una particolare varietà di orzo delle zone montane che stava scomparendo. Il seme è stato ritrovato e recuperato nella zona di Livinallongo del Col di Lana. Grazie all'impegno degli agricoltori che si sono impegnati nel suo recupero, a Slow Food che ne ha fatto un presidio e all'Istituto Agrario di Feltre, abbiamo ancora oggi la fortuna di poter apprezzare questo antico cereale.
La sua coltivazione fino agli anni '60 era molto diffusa, solo che in seguito all'aumento della zootecnica anche in montagna, è stato sostituito dal più produttivo e meglio pagato mais. Oggi viene coltivato in tutta la Vallata Bellunese, dall'Agordino, Zoldano, Ampezzano, Cadore, Comelico, Val Belluna ed in piccole realtà, oltre i 1700m nell'area ladina dei Fodom.
Questa varietà di orzo è di tipo distico, produce cioè spighe appiattite, con due sole file di semi. Vuol dire che, a parità di spighe, produce meno semi, attestando la sua produzione ad un terzo rispetto al normale orzo. La semina avviene in primavera e la raccolta in piena estate, quando la pianta raggiunge il metro di altezza.
Il gusto, le caratteristiche organolettiche e la qualità di questa varietà di orzo sono quindi eccelse: i semi sono bianchi, grandi e pesanti e la loro decorticazione avviene negli antichi “pestin” ancor oggi esistenti. Queste sue peculiarità, lo rendono perfetto per la preparazione della tradizionale zuppa di orzo della gastronomia dolomitica bellunese.
Come utilizzarlo? Ecco qualche ricetta: